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La nostra idea è quella di progettare nuovi spazi e modalità operative innovative per diffondere la cultura della defibrillazione precoce negli ambienti di vita e di lavoro

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16 Gennaio 2021

Categoria: News

Cogito Ergo Salute
giovedì, 02 Maggio 2019 da Sebastiano Mauro


Cogito Ergo Salute è il titolo che abbiamo pensato per il nostro pacchetto di corsi di formazione a proposito di salute, sicurezza e valutazione fisioterapica in azienda.

L’ergonomia, nel nostro approccio multi-disciplinare, integra le logiche del benessere dell’individuo con quelle delle produttività e quindi della redditività dell’impresa: attraverso il recupero efficienza si riducono i costi legati a infortuni e malattie professionali dovuti a posture non corrette. Fisioterapisti, formatori, medici competenti, nutrizionisti, psicologi nonché responsabili del servizio di prevenzione e protezione compongono la nostra squadra di esperti per tali corsi.

I corsi, svolti ai sensi del D.Lgs. 81/08, possono rientrare tra le attività previste dall’Accordo Stato Regioni 221/csr/2011 formazione lavoratori, preposti, dirigenti e possono concorrere alla riduzione del premio INAIL (oscillazione per prevenzione mod. OT/24) in quanto migliorano sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, in aggiunta agli interventi previsti da legislativo 81/2008 e simili.  Miglioramento della qualità della vita e riduzione dell’incidenza di patologie dell’apparato muscolo-scheletrico per quanto riguarda i lavoratori da un lato e dall’altro maggiore efficienza, produttività e reattività che si traducono in minori costi per l’azienda. Si parte dalla valutazione dell’ambiente di lavoro, delle postazioni e del ciclo produttivo, in raccordo col medico competente e con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione per poi partire con la formazione pratica.

Un pacchetto che si compone di sei moduli, ciascuno con una durata di due ore, che possono anche essere scelti singolarmente.”Ergonomia come strumento di prevenzione negli ambienti di lavoro e normativa” è il primo modulo,  il cui contenuto è l’ergonomia nella legislazione italiana. La valutazione del rischio sovraccarico biomeccanico, le posture incongrue, le patologie e i disturbi muscolo-scheletrici collegati al lavoro e le analisi posturali sono i contenuti del secondo modulo “Ergonomia fisica” .  Si affrontano temi legati a psicologia, stress lavoro correlato, ergonomia  nel terzo modulo,  “Ergonomia relazionale”. “Movimentazione corretta e aspetti rieducativi posturali” , è il titolo del quarto modulo, che prevede nozioni di base sui principali disturbi muscolo-scheletrici con tecniche di breve rilassamento muscolare sul posto di lavoro e di auto-trattamento preventivo ed esempi sul campo. Corrette informazioni nutrizionali atte a consapevolizzare l’individuo circa il proprio stato di salute. sono i contenuti del quinto modulo” Principi di alimentazione corretta: sapersi misurare e comportare”. Il sesto modulo prevede invece progetti personalizzati a proposito della promozione dei corretti stili di vita con valutazioni funzionali collegate alle singole postazioni e attività lavorative, attività di correzione posturale nelle linee di produzione con accessi del fisioterapista programmati, gestione di palestre aziendali, corsi e campagne di prevenzione e attività motoria ripetuta nel tempo, somministrazione di questionari per l’analisi degli stili di vita dei lavoratori, postura ed esercizi alla guida di auto o moto aziendali.

Un programma formativo che mira ad avere ambienti di lavoro sicuri,  lavoratori consapevoli e adeguatamente formati per un’efficace prevenzione dei rischi collegati al lavoro e di conseguenza maggiore efficienza e produttività aziendale.

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Sicurezza e valutazione fisioterapica in azienda
martedì, 29 Gennaio 2019 da editor

“Sicurezza e valutazione fisioterapica in azienda: aspetti ergonomici e posturali” è l’ultimo corso tenuto da Pronto Salute, in materia di salute e sicurezza, in Volvo Group Trucks Operations ad Anzola Emilia (Bologna). Un corso, con un fisioterapista, strutturato appositamente per migliorare il benessere fisico in azienda attraverso l’ottimizzazione del posto di lavoro ma anche per aumentare, contemporaneamente, la redditività dell’azienda.

 L’ergonomia, nel nostro approccio multi-disciplinare, integra, infatti, le logiche del benessere dell’individuo con quelle della produttività. Ambienti e processi di lavoro ergonomicamente funzionali sono premesse indispensabili per garantire il benessere e la sicurezza dei lavoratori e contemporaneamente permettono di recuperare efficienza e benessere, riducendo i costi legati ad infortuni e malattie professionali dovuti a posture non corrette o a postazioni di lavoro non adeguate. 

Un approccio nuovo, in maniera di salute e sicurezza nonché prevenzione sui posti di lavoro, attraverso una serie di esercizi, specifici per le mansioni svolte, è possibile, infatti, effettuare semplici movimenti in grado di prevenire le comuni patologie osteo-muscolari-scheletriche. Risultati facilmente raggiungibili con una formazione mirata a cura di un fisioterapista.

La progettazione del corso che avviene con una valutazione dell’ambiente di lavoro, delle postazioni e del ciclo produttivo, in raccordo con il medico competente e con il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’azienda, permette di personalizzare il programma in base alle differenti tipologie di posti di lavoro.

Il corso si compone di una lezione frontale sulle nozioni di base dei principali disturbi muscolo-scheletrici ovvero sulle patologie più comuni (tunnel carpale, lombalgia, cervicalgia, cefalea muscolotensiva, periartrite ecc) e sui consigli per la gestione e la prevenzione delle stesse. Dopo l’aula c’è poi una formazione sul campo, dove sotto la supervisione del fisioterapista, i lavoratori provano i semplici esercizi di prevenzione illustrati da mettere in pratica nella quotidianità lavorativa. Una buona prassi aziendale in materia di prevenzione, molto apprezzata, secondo la nostra esperienza, dai lavoratori che hanno partecipato al corso di formazione.

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Comunicare con il paziente anziano
venerdì, 19 Ottobre 2018 da Sebastiano Mauro
In Italia si stima che la demenza colpisca oggi 1.241.000 persone, che diventeranno 1.609.000 nel 2030. Il processo degenerativo delle cellule cerebrali provoca il declino progressivo delle funzioni cognitive e il deterioramento della vita di relazione. All’interno delle residenze assistenziali, si verificano spesso manifestazioni d’angoscia e di disorientamento che necessitano di essere affrontate con attenzione e consapevolezza: ascoltare e fornire un supporto emotivo-affettivo anche attraverso attività manuali, anziché limitarsi a contenere il disagio dell’anziano, dovrebbero essere le basi di una corretta attività assistenziale.​
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Conoscere tali dinamiche e migliorare i processi di comunicazione sono premesse indispensabili per garantire da un lato l’efficacia dell’approccio assistenziale, dall’altro un aumento della soddisfazione degli operatori e della qualità della vita dei pazienti: è questo il principio alla base dei corsi che Pronto Salute sta proponendo alle aziende socio-sanitarie. ​
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Uno degli ultimi , in ordine di tempo, si è svolto, in ottobre, a Bologna, nella sede di Casa Lyda Borelli per Artisti e Operatori dello Spettacolo. ​
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L’incontro è stato organizzato per i professionisti socio-sanitari che si occupano quotidianamente dell’assistenza all’anziano. Un geriatra e una psicologa, per quattro ore, hanno insegnato agli operatori le tecniche della comunicazione con il paziente, in una lezione a doppia voce che ha sviscerato in parallelo ogni aspetto del rapporto.​
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Obiettivo del corso è migliorare l’assistenza alla persona fragile, instaurando una corretta relazione di aiuto e rafforzando le competenze nella gestione dell’anziano​
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Si parte da una panoramica sui mezzi di comunicazioni interpersonali, per poi esaminare bisogni, peculiarità, capacità comunicative e ricettive di un paziente anziano per poi esaminare le barriere comunicative dello stesso sia dal punto di vista geriatrico che psicologico. Dopo aver affrontato i disturbi sensoriali, i deficit motori e cognitivi del paziente si prende in esame il ruolo del caregiver con accorgimenti e strategie comunicative atte a valorizzare l’anziano. ​
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Doppia la valenza di questi seminari. Le aziende investono sui propri operatori, in quanto un migliore scambio fra questi e i pazienti rende l’ambiente di lavoro più funzionale e motiva il personale e, a cascata, contribuisce ad aumentare la redditività
comunicazionegeriatriapaziente anziano
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Acrilammide il nuovo Regolamento UE

mercoledì, 11 Aprile 2018 da Sebastiano Mauro

A partire dall’11 aprile 2018 sarà applicato il Regolamento (UE) 2017/2158 del 20 novembre 2017, che istituisce misure di attenuazione e livelli di riferimento per la riduzione della presenza di acrilammide negli alimenti.

L’acrilammide – ammide insatura dell’acido acrilico- è una sostanza chimica che si forma naturalmente negli alimenti amidacei (es. pane, patate, caffè, ecc.) durante la cottura ad alte temperature come frittura, cottura al forno e alla griglia e anche durante i processi di trasformazione industriale eseguiti oltre 120° C e bassa umidità. Tra le tipologie di prodotto a rischio: prodotti a base di patate crude, patatine, snack, cracker, prodotti da forno fini, cereali per la prima colazione ed alimenti per la prima infanzia quali: biscotti, cereali per lattanti ed alimenti in vasetto.

In sostanza, la reazione a seguito della quale si forma questa molecola cancerogena è la stessa che rende “abbrustoliti” questi alimenti.

Secondo le conclusioni dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) secondo cui l’acrilammide, presente in una gran varietà di prodotti, può aumentare il rischio di sviluppare cancro nei consumatori e in particolare nei soggetti più esposti e sensibili come i bambini, si è ritenuto quindi necessario garantire la sicurezza stabilendo delle misure atte a ridurne la presenza.

Al fine di garantire la sicurezza alimentare e di ridurre la presenza di acrilammide nei prodotti alimentari, la Commissione Europea ha varato quindi un Regolamento stabilendo delle “misure di attenuazione”, fondate sugli attuali riscontri scientifici, volte a limitare i livelli di acrilammide che si possono ragionevolmente ottenere tenendo conto della sicurezza dei prodotti alimentari, delle specifiche condizioni di produzione e geografiche o delle caratteristiche del prodotto.

È opportuno segnalare che il Regolamento UE è direttamente applicabile negli Stati membri e, sebbene non preveda l’attuazione di una disciplina sanzionatoria statale, quanto stabilito sembra comunque destinato a rientrare tra i requisiti di corretta prassi igienica che le imprese sono tenute a rispettare.

Una corretta formazione del personale risulta quindi indispensabile per un ambiente di lavoro sicuro sia per chi vi opera e per chi ne utilizza i prodotti.

Per informazioni sui corsi di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione sui luoghi di lavoro di Pronto Salute: sicurezza@pronto-salute.it

acrillamideRSPPsicurezza sul lavoro
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Manovre salvavita: anche il passante deve intervenire. Le nuove linee guida

lunedì, 02 Novembre 2015 da Sebastiano Mauro

Bisogna chiamare il 118 o il 112 e cominciare subito la rianimazione. La raccomandazione: non aver paura di sbagliare, nessuna conseguenza legale

di Ruggiero Corcella

catenaSe vedete una persona accasciarsi improvvisamente a terra, intervenite subito e chiamate i numeri di emergenza 118 o 112. Saranno gli operatori delle centrali a guidarvi nelle diverse fasi del soccorso. Per il comune cittadino (meglio ancora se addestrato), la chiamata d’aiuto da fare immediatamente per avviare la cosiddettadispatcher-assisted CPR o telephone CPR , cioè la rianimazione cardiopolmonare guidata per telefono dall’operatore,è la novità più importante delle nuove Linee guida internazionali sulla rianimazione cardiopolmonare (2015), appena pubblicate a Londra. Nella precedente edizione, infatti, non era consigliato un coinvolgimento così diretto del «passante».

Ogni anno 100mila vite salvate in più

Un messaggio molto chiaro, come ha sottolineato Maaret Castren, la presidente dello European resuscitation council: «La rianimazione effettuata da chi è testimone dell’evento aumenta di 2-3 volte la percentuale di sopravvivenza di chi va incontro a un arresto cardiaco, ma ciò avviene solo in 1 caso su 5. Se riuscissimo a incrementare questo tasso, ogni anno in Europa potremmo salvare 100 mila vite in più ». La chiamata di aiuto è così entrata a far parte a tutti gli effetti della «catena della sopravvivenza», l’algoritmo che spiega cosa è meglio fare in caso di arresto cardiaco. Le azioni descritte nei quattro anelli – se eseguite in modo corretto – spesso fanno la differenza tra la vita e la morte di una persona. Non solo. Decidono anche della qualità della sua vita futura. Il 19 settembre scorso, una catena della sopravvivenza «da manuale» ha salvato Alessandro Pagani, un giocatore 21enne crollato in campo per un arresto cardiaco mentre disputava la finale di un torneo di basket a Manerbio (Brescia). Dietro l’apparente semplicità del messaggio, i quattro anelli della catena della sopravvivenza hanno alle spalle un lavoro medico-scientifico enorme, svolto ogni cinque anni dall’International Liaison Committee on Resuscitation (Ilcor, nato nel 1992 come tavolo tecnico delle principali organizzazioni scientifiche sulla rianimazione).

Come vengono decise le linee guida

Una volta pubblicate, ogni Paese le adatta alle esigenze locali. In Europa ci pensa lo European resuscitation council (Erc), mentre da noi se ne occupa l’Italian resuscitation council (Gruppo Italiano per la Rianimazione, Irc). Insomma, i quattro anelli sono solo la punta dell’iceberg. «Le Linee guida sono “raccomandazioni” che emergono da un processo lungo – spiega Giuseppe Ristagno, responsabile del Comitato scientifico di Irc che ha collaborato alla stesura delle Linee guida europee – . Per ogni specifico argomento è stato studiato tutto quello che esiste dal punto di vista della letteratura scientifica. Poi le varie pubblicazioni sono state classificate in base al livello di qualità, al tipo di studio e alla numerosità dei pazienti in modo da selezionare i più rilevanti. Le Linee guida, in realtà, sono destinate ai sanitari, però ci sono alcuni capitoli dove si danno indicazioni che riguardano il personale cosiddetto “laico”, cioè la popolazione generale che non ha un addestramento appropriato o perlomeno di livello base». I risultati formano undici capitoli che sviscerano ogni singolo aspetto della rianimazione cardiopolmonare compreso l’educazione nelle scuole, le tematiche di ordine etico e le decisioni sul fine vita.

Meglio agire anche da inesperti

Senza entrare troppo negli aspetti tecnici, il testimone di un arresto cardiaco deve avere ben chiari alcuni elementi: «Le Linee guida incoraggiano tutti quegli strumenti che permettono di iniziare prima possibile le manovre salva-vita – sottolinea Niccolò Grieco cardiologo e segretario del Consiglio direttivo di Irc -. Nel caso della rianimazione guidata per telefono, ad esempio, si è appurato che è comunque meglio fare eseguire le manovre anche a distanza piuttosto che perdere tempo aspettando l’arrivo di una persona già addestrata». Così se pure le raccomandazioni europee specificano la profondità ideale (5-6 centimetri) e il ritmo (100-120 compressioni al minuto) del massaggio cardiaco o il rapporto tra massaggio e respirazione bocca a bocca (30 compressioni e 2 ventilazioni), non bisogna preoccuparsi ma agire. «Se si ha paura della respirazione bocca a bocca, bastano anche solo le compressioni toraciche – dice Grieco -. Se si hanno dubbi sulle compressioni, basta chiamare il 118 o il 112 e un operatore ci guiderà via telefono. L’obiezione che sento fare da molti nei corsi di rianimazione cardiopolmonare è: ma se la faccio male? Per me che sono dottore scatta una responsabilità professionale. Ma il cittadino qualunque non è tenuto a saperla fare».

Nessuna conseguenza legale se si sbaglia

E la paura di procurare danni con il massaggio? «Non ha senso perché stiamo parlando di una persona, la vittima dell’arresto cardiaco che, se non interveniamo, muore – risponde Grieco – . Anche il timore di conseguenze legali non ha fondamento. La normativa italiana ci protegge in caso di stato di necessità: qualunque manovra volta a preservare la vita non è in nessun modo punibile». Lo stesso vale per l’utilizzo dei defibrillatori semi-automatici, gli apparecchi in grado di fare ripartire con una scossa elettrica il cuore in caso di fibrillazione ventricolare. Sono dispositivi sicuri e le Linee guida 2015 sottolineano ancora l’importanza del loro uso precoce, eventualmente con l’aiuto dell’operatore del 118. Il soccorritore «laico» o anche il semplice testimone occasionale sono maggiormente coinvolti anche nell’effettuazione di un elettrocardiogramma. «Fino ad oggi era di esclusiva pertinenza del personale sanitario, medico e infermieristico – chiarisce Grieco – . Le Linee guida sanciscono che in realtà chiunque venga formato ad usarlo, può farlo. Un passo avanti importante».

Fonte e Link all’Articolo: Corriere della Sera

http://www.corriere.it/salute/cardiologia/15_ottobre_19/manovre-salvavita-anche-passante-deve-intervenire-nuove-linee-guida-538c967c-7641-11e5-9086-b57baad6b3f4.shtml 

 

 

 

 

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Il defibrillatore in azienda alleato che salva la vita, corso a Padova

lunedì, 26 Ottobre 2015 da Sebastiano Mauro

corsoUn defibrillatore in fabbrica o in ufficio può salvare la vita, ma serve personale addestrato ad utilizzarlo nel momento dell’emergenza. Ad approfondire il tema è il corso «Primo soccorso aziendale e defibrillatori semi-automatici: opportunità per le aziende, vantaggi per tutti». Ad organizzarlo sono Croce Verde, tramite la Scuola di Formazione Croce Verde, e Confindustria Padova, tramite le società di formazione FOREMA Niuko e Risorse in Crescita. L’appuntamento è per lunedì 19 ottobre dalle 16 alle 18.30 presso l’Auditorium Croce Verde di Padova (via Nazareth 23), e si inscrive nel programma del “Mese della Formazione” curato da Niuko. Il corso è rivolto ad operatori aziendali sulle tematiche del primo soccorso e della defibrillazione automatica. I relatori saranno l’avvocato Carlo Bermone, presidente della Pia Opera Croce Verde di Padova, il dottor Andrea Spagna, responsabile della centrale operativa SUEM 118 dell’Ulss 16 di Padova, la dottoressa Francesca Bertamini, responsabile corsi esterni della Croce Verde di Padova e Simone Benato, istruttore BLS-D della Croce Verde di Padova. Alle 18 i partecipanti potranno porre delle domande. La partecipazione e il rilascio dell’attestato valido per l’aggiornamento sono gratuiti. Per motivi organizzativi l’accesso all’evento è riservato ai primi 100 iscritti.

INFARTI: 5 MILA OGNI ANNO IN VENETO Secondo l’ultima indagine Istat sulle cause di mortalità – pubblicata nel dicembre 2014 – le malattie ischemiche sono al primo posto in questa triste classifica, con 75.098 morti nel 2012 (oltre il 12{f196525bed34f6f7feea43ddd5e9432db1e6d61e3a2d6d8680f7feed196e8141} del totale). Seguono, in seconda e terza posizione, altre malattie del sistema circolatorio, quelle cerebrovascolari (61.255 morti, pari al 10{f196525bed34f6f7feea43ddd5e9432db1e6d61e3a2d6d8680f7feed196e8141} del totale) e le altre malattie del cuore anche non di origine ischemica (48.384 morti, pari all’8{f196525bed34f6f7feea43ddd5e9432db1e6d61e3a2d6d8680f7feed196e8141}).

In Veneto, secondo gli ultimi dati disponibili, la mortalità per cardiopatie ischemiche (che includono l’infarto miocardico, altre cardiopatie ischemiche acute e croniche) si attestava nel 2011 a 5.770 casi, in diminuzione rispetto al 2007 quando si erano registrati 6.301 decessi per infarto.

In Italia quando un arresto cardiaco si verifica in ambito extra-ospedaliero, nel 70-80 {f196525bed34f6f7feea43ddd5e9432db1e6d61e3a2d6d8680f7feed196e8141} dei casi la causa è la fibrillazione ventricolare. Proprio in quei casi vengono in aiuto i Defibrillatori Semi Automatici (DAE): dal momento dell’evento, ogni minuto che passa fa diminuire del 10{f196525bed34f6f7feea43ddd5e9432db1e6d61e3a2d6d8680f7feed196e8141} le probabilità di sopravvivenza, e per avere concrete possibilità di salvare una vita, occorre intervenire entro 5 minuti.

SCONTO INAIL SUL DEFIBRILLATORE Oggi la normativa sulla salute e la sicurezza non obbliga le aziende manifatturiere a dotarsi di strumenti per la defibrillazione precoce: questo obbligo c’è invece per le società sportive professionistiche e dilettantistiche. Tuttavia la loro diffusione è auspicabile, ed è incoraggiata anche dalla riduzione del premio INAIL che può essere richiesto da ogni azienda che adotti il DAE e provveda alla formazione del personale al BLS-D (ovvero Basic Life Support-Defibrillation, le manovre da compiere in caso di arresto cardiaco), recuperando così almeno parzialmente la spesa per apparecchi e formazione.

OTTOBRE MESE DELLA FORMAZIONE 2015 Ottobre Mese della Formazione 2015 è organizzato da Niuko Innovation & Knowledge, società delle territoriali di Confindustria di Padova e Vicenza, ed è realizzato grazie al sostegno di Industrial Starter, Ricoh, Considi e Saiv ed è reso possibile anche grazie alla collaborazione di Stefanelli Iveco, Shenker e La Mandolina. Il Mese gode del patrocinio di Provincia di Padova, Provincia di Vicenza, Comune di Padova, Comune di Vicenza, Camera di Commercio di Padova, Camera di Commercio di Vicenza, Università degli Studi di Padova, Fondazione Studi Universitari di Vicenza, Ufficio Scolastico Territoriale di Padova, Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza. Tutti gli appuntamenti del Mese della Formazione sono su www.mesedellaformazione.it.

Fonte: Padova Oggi

 

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Defibrillatori, via al conto alla rovescia

lunedì, 26 Ottobre 2015 da Sebastiano Mauro
Entro il 20 gennaio campi e palestre dovranno essere obbligatoriamente dotati per legge di questo strumento salva vita.

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BELLUNO. Defibrillatori, è conto alla rovescia. Dal 20 gennaio 2016, con l’applicazione del “decreto Balduzzi” del 13 settembre 2012, ogni impianto sportivo dovrà obbligatoriamente essere dotato di defibrillatore semiautomatico (Dae), strumento che può essere determinante nel salvare la vita a chi è colpito da arresto cardiaco.

La scadenza si avvicina e le società sportive, ma non solo loro, sono chiamate ad ottemperare agli obblighi di legge. Cosa non semplicissima, sia per questioni di ordine economico (un defibrillatore costa attorno ai mille euro, ma si può arrivare anche a 2 mila) sia per motivi di ordine organizzativo (occorre trovare una o più persone che sappiano farlo usare). Anche in provincia, la corsa per arrivare preparati all’ora X è lanciata. Qualcuno è partito da tempo, qualcun altro sta recuperando il tempo perduto.

«Abbiamo proposto un primo incontro di sensibilizzazione al mondo sportivo feltrino già lo scorso dicembre e poi ne abbiamo organizzato uno anche in primavera» spiega Giovanni Pelosio, assessore allo sport al Comune di Feltre. «Da qualche giorno, in collaborazione con il Centro sportivo italiano, con Dolomiti Emergency e con il dottor Mauro Fantinel, abbiamo fatto partire un corso sull’uso de defibrillatore. La risposta è stata buona: gli iscritti sono infatti più di ottanta».

«Noi stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre possibilità ma anche le società dovranno darsi da fare» dice ancora Pelosio. «A quelle che all’entrata in vigore del decreto non saranno in regola non esiteremo a ritirare la convenzione in essere».

«A Belluno stiamo lavorando per fare in modo che a gennaio tutte le palestre di riferimento comunale (strutte delle scuole elementari e medie ndr) siano dotate di defibrillatore» afferma l’assessore Biagio Giannone. «la progettualità è comunque più ampia: l’obiettivo è arrivare ad avere una ventina di strumenti in ambito comunale».

A Chies d’Alpago il defibrillatore del campo sportivo arriverà per Natale. «Diciannove persone del nostro territorio hanno intanto già svolto il corso abilitante» spiega il sindaco, Gianluca Dal Borgo. «Tra esse anche alcuni giocatori e il presidente dell’Us Chies».

«A Longarone da un paio d’anni abbiamo due defibrillatori, donatici da un’azienda» afferma il primo cittadino, Roberto Padrin. «Li abbiamo collocati uno alla casa di riposo e uno alla struttura dei medici di base ma li utilizziamo, alla bisogna, anche per qualche evento sportivo. Obiettivo a breve termine è quello di acquistarne altri per avere una copertura più ampia».

A Ponte nelle Alpi, invece, tutte le palestre sono dotate di defibrillatore. «Le palestre scolastiche e il Pala Mares hanno il defibrillatore» dice il vicesindaco,Enrico De Bona. «A breve organizzeremo anche il corso di l’aggiornamento di coloro che sono preposti al suo utilizzo».

«I corsi di aggiornamento sono importanti ma è fondamentale far crescere, fin dalle giovani generazioni, la cultura sanitaria» aggiunge Dario Dal Magro, presidente del Centro sportivo italiano di Belluno. «Come Csi abbiamo sensibilizzato da tempo le nostre società e, in sinergia con il comitato di Feltre, proposto anche dei corsi».

A breve partiranno anche dei corsi organizzati dal comitato Fisi di Belluno. «Le società che organizzano gare sono tenute ad accertarsi che nell’impianto di riferimento ci sia

il defibrillatore e anche le persone preposte al suo funzionamento» affermaFederica Monti, numero uno degli sport della neve provinciale. «Ma attenzione perché il focus non deve essere centrato esclusivamente sul momento agonistico: è fondamentale anche il momento degli allenamenti».

di Ilario Tancon

Fonte: Corriere delle Alpi

 

 

 

 

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La Spezia, bambino di 10 anni morto nella palestra della scuola

lunedì, 26 Ottobre 2015 da Sebastiano Mauro
E’ accaduto nella scuola del Favaro, La Spezia: un bambino di 10 anni colto da un malore è morto in palestra mentre giocava con i suoi compagni di classe.

Ambulanza

Tragica la mattinata nella scuola del Favaro a La Spezia. M. S. un bambino di soli 10 anni è deceduto mentre si trovava nella palestra dell’istituto insieme ai suoi compagni di classe e la propria insgnante di sostengo. Mentre giocava con i suoi amici pare sia stato colto da un malore improvviso ed è stato inutile l’intervento dell’ambulanza accorsa tuttavia immediatamente. I medici non sono riusciti a salvargli la vita.

Sul decesso, il pubblico ministero Luca Monteverde, ha apertoun’inchiesta e presto sul corpo del bambino verrà effettuata un’autopsia per stabilire le cause esatte del decesso.

Fonte: News-24h

 

 

 

 

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La sicurezza nel lavoro

martedì, 22 Settembre 2015 da Sebastiano Mauro
La sicurezza nel lavoro un tema trascurato nella crisi: un defibrillatore in ogni azienda, la proposta di Confapi Calabria

Defibrillatore

Un defibrillatore in ogni azienda. E’ la proposta lanciata dalla filiera Unionmeccanica di Confapi Calabria nel corso del tavolo operativo con la rappresentanza sindacale calabrese. La necessità di migliorare la sicurezza sui luoghi di lavoro, passando proprio da una attrezzatura così indispensabile, è stata al centro dell’incontro che ha visto al tavolo il Presidente Confapi calabria nonché Vice Presidente Nazionale Unionmeccanica Francesco Napoli e i rappresentanti della Fiom -CGILCalabria, Massimo Covello, della FIM Cisl Ciro Bacci insieme a Francesco Rizzuto e della UILM Antonio Laurenti e Antonio Verduci.

Al tavolo erano presenti anche Massimo cundari responsabile Servizi Confapi e il direttore Unionmeccanica Cristina Spadafora. “I dati ci dicono che ogni anno muoiono per arresto cardiaco muoiono circa 60 mila persone (1 ogni mille abitanti) -ha spiegato il Presidente Francesco Napoli. Da qui l’importanza di avere un defibrillatore in ogni azienda, per avviare un percorso nuovo nelle aziende calabresi”. Una proposta che ha trovato piena condivisione nelle sigle sindacali calabresi e sulla quale si sta già lavorando per avviare anche uno screening di verifica sulla sicurezza nelle aziende.

Nel corso della riunione si è parlato anche diffusamente dello stato delle imprese del settore che operano sul nostro territorio. In particolare è emersa la necessità di riaffermare con forza la proposta maturata durante la convention promossa nei mesi scorsi da Confapi Calabria sull’utilizzo di una parte dei beni confiscati alla mafia a garanzia dei confidi per il sostegno al credito delle imprese.

Il segretario regionale della FIOM -CGIL Massimo Covello, nell’apprezzare la volontà di Confapi Calabria di dare vita a proficue relazioni industriali in un sistema produttivo come quello Calabrese, gracile, asfittico e soprattutto non sostenuto da politiche pubbliche efficaci, ha sottolineato che è indispensabile affrontare i veri problemi della scarsa competitività dell’apparato industriale regionale.

Proposte condivise da tutto il tavolo di partenariato che vedrà Confapi Calabria assieme alle sigle sindacali avviare un percorso dentro il sistema produttivo di censimento e certificazione della rappresentanza, di consolidamento degli istituti contrattuali previsti dal CCNL come l’osservatorio, la bilateralità, la mutualità. Soprattutto è stata sottolineata la necessità di aprire un confronto vero con la Giunta Regionale sull’utilizzazione dei fondi Europei Per accrescere, qualificare e riaffermare la qualità della buona impresa e del buon lavoro.

Fonte: www.confapicalabria.eu

 

 

 

 

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Malore, l’atleta crolla in campo. “L’ha salvato il defibrillatore”

lunedì, 21 Settembre 2015 da Sebastiano Mauro

“A prescindere dall’obbligo normativo, in stuazioni come queste, ci rendiamo conto dell’importanza di diffondere, in tutti gli ambienti di vita, la cultura della defibrillazione precoce.”

BRESCIA, 21 settembre 2015 – «MIO FIGLIO l’ho visto molto meglio, sta lottando come un guerriero. Domattina (oggi, ndr) ne sapremo di più, ora è troppo presto». Sono le parole del papà di Alessandro Pagani, 21enne cestista dell’Assigeco Casalpusterlengo (serie A2 est), che sabato sera a Manerbio, nella bassa Bresciana, è crollato all’improvviso a terra nel corso della finale del memorial Candusso Grazioli, quadrangolare di preparazione al campionato. In campo Assigeco Casalpusterlengo e Centrale del Latte Brescia. A pochi secondi dalla sirena di fine primo quarto Alessandro Pagani, ha barcollato ed è finito a terra. Un attacco cardiaco improvviso: sul campo e sugli spalti è stato il panico. É stato soccorso, rianimato per 40 minuti e poi portato in ospedale. Ieri le tre tac alle quali è stato sottoposto (encefalo, toracica e angiotac) hanno dato esito negativo. Pagani resta in coma farmacologico e intubato. «Appena lo abbiamo visto crollare ci siamo lanciati in campo. Lo abbiamo visto svenire senza che avesse subìto alcun contatto e abbiamo capito che qualcosa di grave stava succedendo – testimonia Marco Moretti, medico sociale della Centrale del latte Brescia –. Insieme a Stefano Giacomini, il nostro fisioterapista, sono entrato in campo. Dagli spalti poi sono scesi due medici, un uomo e una donna. Averli lì è stata una fortuna. Nelle prime fasi della rianimazione essere in due o tre è sempre meglio. Non so chi siano, ma il loro intervento è stato provvidenziale».

AL PALAZZETTO non c’era nessuna ambulanza. I soccorsi dall’ospedale di Manerbio sono arrivati in 15 minuti. Nel frattempo Moretti ha praticato la respirazione bocca a bocca, mentre la dottoressa si è concentrata sul massaggio cardiaco. «A salvare Pagani – aggiunge Moretti – è stato però il defibrillatore che aveva con sé il medico dell’Omegna, altro team impegnato nel torneo. Senza di quello Alessandro difficilmente sarebbe sopravvissuto. Solo il defibrillatore ha permesso di evitare una nuova tragedia come quella che nell’aprile 2012 vide morire in campo a Pescara Piermario Morosini calciatore del Livorno. Per fortuna non sembrano esserci danni neurologici». «Questi episodi possono accadere anche tra professionisti – conclude – perché spesso le visite di idoneità non sono svolte in modo corretto. Non sarà questo il caso. Ma a volte è così». Sotto choc anche la società di Casalpusterlengo, club che con la sua organizzazione, il suo Campus con convitto dove gli atleti possono dormire, allenarsi e mangiare insieme è stata spesso indicata come modello in Italia.

IL PRESIDENTE Franco Curioni è sconvolto: «Dagli spalti gli avevo appena urlato: tira da tre. Lui mi ha sorriso, poi ha giocato in attacco, è tornato in difesa e si è accasciato. Saranno passati trenta secondi dal suo ingresso in campo». «Poi mi è stato detto che il ragazzo aveva preso un colpo allo sterno, ma sono cose che rientrano in una normale azione di gioco – prosegue il patron rossoblù – dopo una decina di secondi, vedendo che Alessandro non dava segni di vita sono entrato in campo. Gli sono andato vicino, l’ho visto pallido e non respirava». Curioni ricorda anche la gioia di Pagani nel tornare a casa, quest’estate, all’Assigeco. «Lui è nato cestisticamente con noi. È rimasto qui al Campus dai 6 ai 18 anni. Dopo due anni e mezzo in B all’Urania Milano lo abbiamo rivoluto con noi perché lui è l’Assigeco. È stato talmente felice di tornare che per tutta estate si è chiuso in palestra per fare, oltre al lavoro quotidiano, altri 500 tiri al giorno. È un ragazzo speciale e l’Assigeco lo aspetta. C’è ancora tanta strada da fare insieme».

di P. CITTADINI E S. MIELE

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